Dopo “Il diario di Anna Frank”, considerato diseducativo perché per i “paladini della moralità” conterrebbe dei riferimenti sessuali, finiscono nel mirino degli inquisitori padani anche i testi degli scrittori pro Battisti e di Saviano, l'autore di “Gomorra” che, ironia della sorte, proprio un anno fa era stato corteggiato dai leghisti alla ricerca di candidati illustri per le amministrative.
È il Veneto governato da Luca Zaia a lanciare l'ultima crociata del centro-destra contro la cultura. L'assessore regionale Elena Donazzan del Pdl, ex An e ex Fronte della Gioventù, ha annunciato l'intenzione di inviare una lettera alle scuole venete per promuovere un «boicottaggio civile» dei libri di quegli scrittori che nel 2004 hanno firmato l'appello in favore di Cesare Battisti. «Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci – si difende l'assessore – Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l'appello a favore di Cesare Battisti. Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l'impunità di un condannato per crimini aberranti».
Fra i censurati e proibiti ci sono anche Massimo Carlotto e Tiziano Scarpa.
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