Riporto la lettera che Giorgio Napolitano ha inviato al più grande poeta italiano vivente, Andrea Zanzotto, nella occasione dei suoi novantanni.
Caro Zanzotto, riceva il più affettuoso augurio, per un così bel compleanno, da un suo vicino di età. E non solo di età: perché altre vicinanze ci legano, avendo entrambi vissuto epoche cruciali come quella della fine del fascismo e della successiva fioritura democratica, e condiviso frequentazioni culturali e umane. È rimasta parte importante della mia formazione la Padova del 1942/43, in cui la mia famiglia si trasferì da «sfollata» per l' infierire della guerra su Napoli, e io conclusi il liceo al Tito Livio e incrociai (in libreria Draghi, ricorda?) le alte figure dell' Università antifascista. Mi aprii allora al gusto della poesia, impersonata per me anche da Diego Valeri, cui lei è stato particolarmente vicino; e scoprii quel Montale - rimasto a me sempre caro più di ogni altro contemporaneo - che lei ha giustamente difeso dalla sciocca etichettatura di «afascista» (quanti giovani come me lessero i suoi versi in chiave antifascista!). Le sono vicino, caro Zanzotto, nella visione della poesia come «sentimento del tempo», e sono tra i tanti che ammirano la ricchezza di motivi ispiratori e di accenti con cui l' ha come tale rappresentata. Nell' orizzonte più vasto, poi, dei suoi interessi culturali e civili, ritrovo i fili, a me familiari, non solo di un percorso «tra politica e utopie» come quello da lei rievocato, ma dell' ancoraggio alla Resistenza e alla Costituzione, ...
Continui, caro Zanzotto, a farci sentire questa sua limpida voce. Con amicizia.
http://www.club.it/autori/grandi/andrea.zanzotto/indice-i.html
Nessun commento:
Posta un commento