martedì 25 ottobre 2011

Blixa Bargeld and Einstürzende Neubauten di Jennifer Shryane



Blixa Bargeld and Einstürzende Neubauten:
German Experimental Music
‘Evading do-re-mi’
Ashgate Popular and Folk Music Series
di Jennifer Shryane


Alla fine della sua vita, Pierre Schaeffer ha commentato che i suoi esperimenti musicali e sonori avevano tentato di andare oltre il 'Do-Re-Mi'.
Ciò ha avuto un impatto diretto sulla filosofia musicale degli Einstürzende Neubauten che hanno cercato di estendere i confini della musica oltre il suono, la strumentazione e le finalità.

Jennifer Shryane fornisce una necessaria analisi del ruolo del gruppo nella storia della musica popolare / sperimentale.
Ne ritrae le innovazioni come l'utilizzo della strumentazione trovata -e/o auto-costruita, le loro strategie, le innovazioni testuali, così come i loro metodi di indipendenza.
Gli Einstürzende Neubauten hanno anche dato un contributo coerente e unico per lo sviluppo della scena musicale indipendente tedesca, del linguaggio contemporaneo, che anche se spesso riconosciuto come influente, è ancora raramente esaminato.

giovedì 20 ottobre 2011

This Must Be the Place: un film di Paolo Sorrentino.





Ottimo film pre tre motivi:

il senso del surreale, un grande Sean Penn vestito a metà fra Robert Smith ed Edward mani di forbice, e la musica: bellissima l'interpretazione live di David Byrne che canta la sua This must be the place, live in uno spazio minimale.
Sean Penn, rocker in pensione, deve fare i conti con il proprio passato e la sua orgine ebraica, metterà tutto a posto quando una notizia dagli Stati Uniti lo rimetterà a contatto con la sua famiglia.
Meno riuscita è la storia: debole la seconda parte del film, quando il protagonista vola negli States, e quel senso buonista e sentimentale che Sorrentino non riesce a celare.
Mi resta una domanda, meglio la versione di This must be the place degli Arcade Fire o quella dei Talking Heads?
Da vedere e sorridere....

martedì 18 ottobre 2011

Addio maestro...




Ironia del destino.
Dopo pochi giorni dal novantesimo compleanno Zanzotto se n'è andato.
Avevo avuto l'onore e il piacere di conoscerlo parecchi anni fa a Padova, all'Università, durante una sua lezione.
Ora che ci ha lasciato, mi resta indelebile il suo ricordo e la forza della sua parola.
Addio maestro....


http://corrieredelveneto.corriere.it/treviso/notizie/cronaca/2011/18-ottobre-2011/morto-poeta-andrea-zanzotto-1901858307628.shtml

domenica 16 ottobre 2011

Poesia dal silenzio, Tomas Tranströmer






Tomas Tranströmer
Poesia dal silenzio


Voce fondamentale del mondo letterario internazionale, le sue liriche sono state finora tradotte in quarantasei lingue, tra cui bengalese, bulgaro, gaelico, georgiano, giapponese, ungherese, cinese, serbo, ucraino ecc. Testimoniata da notevoli riconoscimenti critici, la sua funzione ispiratrice emerge anche da ammissioni di debiti “creativi” nei suoi confronti da parte di molti poeti: in particolare le giovani generazioni statunitensi, formatesi sui suoi testi letti e studiati nelle università, e polacche, per le quali Tranströmer è da tempo divenuto un vero e proprio cult poet. “Confessioni” di “furti di immagini” giungono da Premi Nobel come Iosif Brodskij; espressioni di stima e ammirazione da Bei Dao, Seamus Heaney e Derek Walcott, che in un’intervista ha proposto per lui il Premio Nobel. Kjell Espmark, poeta e critico membro dell’Accademia di Svezia, afferma che, con Strindberg e Swedenborg, Tranströmer è lo scrittore svedese che più ha influenzato la letteratura internazionale. Le radici della sua poesia affondano nella tradizione modernista, soprattutto simbolista. Vi si avvertono inoltre influenze dell’estetica baudelairiana delle corrispondenze, del programma imagista nonché del Surrealismo nella composizione e scomposizione di immagini che sembrano scaturire direttamente dal sogno. Di T.S. Eliot Tranströmer condivide i concetti di storia e tradizione e il metodo di cogliere, sebbene in forma più impersonale, realtà immanenti attraverso osservazioni oggettive. La raccolta qui presentata costituisce quindi un punto di partenza insostituibile per conoscere la lirica di uno dei maggiori protagonisti della poesia del nostro tempo. Poesia dal silenzio ha vinto l’edizione 2004 del prestigioso Premio Nonino.




Pagina di libro notturno

Sbarcai una notte di maggio
in un gelido chiaro di luna
dove erba e fiori erano grigi
ma il profumo verde.

Salii piano un pendìo
nella daltonica notte
mentre pietre bianche
segnalavano alla luna.

Uno spazio di tempo
lungo qualche minuto
largo cinquantotto anni.

E dietro di me
oltre le plumbee acque luccicanti
c’era l’altra costa
e i dominatori.

Uomini con futuro
invece di volti.

mercoledì 12 ottobre 2011

Il compleanno di Andrea Zanzotto

Riporto la lettera che Giorgio Napolitano ha inviato al più grande poeta italiano vivente, Andrea Zanzotto, nella occasione dei suoi novantanni.

Caro Zanzotto, riceva il più affettuoso augurio, per un così bel compleanno, da un suo vicino di età. E non solo di età: perché altre vicinanze ci legano, avendo entrambi vissuto epoche cruciali come quella della fine del fascismo e della successiva fioritura democratica, e condiviso frequentazioni culturali e umane. È rimasta parte importante della mia formazione la Padova del 1942/43, in cui la mia famiglia si trasferì da «sfollata» per l' infierire della guerra su Napoli, e io conclusi il liceo al Tito Livio e incrociai (in libreria Draghi, ricorda?) le alte figure dell' Università antifascista. Mi aprii allora al gusto della poesia, impersonata per me anche da Diego Valeri, cui lei è stato particolarmente vicino; e scoprii quel Montale - rimasto a me sempre caro più di ogni altro contemporaneo - che lei ha giustamente difeso dalla sciocca etichettatura di «afascista» (quanti giovani come me lessero i suoi versi in chiave antifascista!). Le sono vicino, caro Zanzotto, nella visione della poesia come «sentimento del tempo», e sono tra i tanti che ammirano la ricchezza di motivi ispiratori e di accenti con cui l' ha come tale rappresentata. Nell' orizzonte più vasto, poi, dei suoi interessi culturali e civili, ritrovo i fili, a me familiari, non solo di un percorso «tra politica e utopie» come quello da lei rievocato, ma dell' ancoraggio alla Resistenza e alla Costituzione, ...
Continui, caro Zanzotto, a farci sentire questa sua limpida voce. Con amicizia.








http://www.club.it/autori/grandi/andrea.zanzotto/indice-i.html

sabato 8 ottobre 2011

Tomas Transtroemer: Nobel per la letteratura 2011



È il poeta svedese Tomas Transtroemer il premio Nobel per la Letteratura 2011. Un nome comparso da tempo nella lista dei favoriti al prestigioso riconoscimento.

Nato a Stoccolma nel 1931, Transtroemer è una figura centrale nella letteratura svedese dagli anni 60. Ha debuttato come poeta all’età di 23 anni con “17 dikter”, raccolta che include poesie in versi sciolti e composizioni anche molto giovanili.

LA STORIA - Laureatosi in psicologia nel 1956 presso l’Università di Stoccolma, Tranströmer, nel corso della carriera è stato accusato di dare un impronta politica alle sue poesie e ai suoi romanzi. Tranströmer ha cominciato a scrivere all’età di 13 anni. La sua prima pubblicazione (dal titolo Diciassette Poesie) risale al 1954. Le sue opere sono state tradotte in cinquanta lingue. Il premio nobel giunge a coronamento di una carriera costellata di molti prestigiosi riconoscimenti: il Premio Internazionale Neustadt per la letteratura, il Bonner Award for Poetry, il Germany Petrarch Prize. Tranströmer non ha smesso di scrivere nemmeno dopo l’ictus che l’ha colpito nel 1990 e che ha compromesso la sua capacità di parola. Tra i suoi lavori più importanti c’è Il Grande Indovinello (2004).
Poche le opere tradotte in italiano.

Ecco una delle poesie, Aprile e Silenzio:

La primavera giace deserta. / Scuro come il velluto il fossato / si snoda al mio fianco / senza immagini riflesse.

Soli a splendere / sono dei fiori gialli. / Mi porta la mia ombra, / come la sua nera custodia / un violino.

La sola cosa che voglio dire / brilla fuori dalla mia portata / come l’argento / sul banco dei pegni.


Anche per quest'anno niente Nobel per Bob Dylan, che resta in lizza già da diversi anni!

giovedì 6 ottobre 2011

lunedì 3 ottobre 2011

Io sono Li di Andrea Segre



Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria.
Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria.
Il loro incontro è una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. È un viaggio nel cuore profondo di una laguna, che sa essere madre e culla di identità mai immobili.
Ma l’amicizia tra Shun Li e Bepi turba le due comunità, quella cinese e quella chioggiotta, che ostacolano questo nuovo viaggio, di cui forse hanno semplicemente ancora troppa paura.

Pellicola molto interessante e poetica che ricostruisce con leggerezza e drammaticità, nello stesso tempo, la testardaggine di una madre pronta ad ogni sacrificio per rivedere il proprio figlio.
Molto bella la fotografia e lo scenario di Chioggia, e altrettanto curiose sono le interpretazioni linguistiche veneziane dei vari personaggi del cast.
Fra i quali Marco Paolini, Giuseppe Battiston e Citran.