Tutto ciò che crea e fa pensiero. Schegge di letteratura, poesia e cinema a portata di mano
sabato 30 gennaio 2010
Ultraerotismo a Roma: Mondo Bizzarro
...e per tirarci su il morale dopo gli illustri lutti, segnalo la mostra romana di Ray Caesar.
Artista di origine inglese ma canadese di adozione.
Lavora ed elabora immagini digitali poi stampate su carte fotografiche o su altri supporti cartacei.
Emergono con chiarezza i suoi gusti pittorici da Jan van Eyck, da cui riprende lo studio delle luci, a Matthew Barney e John Currin, di cui ne cattura e si riappropria dei tipici volti ed espressioni dei suoi soggetti femminili.
Per ogni informazione:
www.mondobizzarro.net
Jerome David Salinger
Che l'addio sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no, ti senti ancora peggio.
Mi piace ricordarlo così Salinger, con una citazione tratta da "Il giovane Hoden" del 1951.
Lo scrittore dai modi poco cortesi e che conduceva una vita solitaria ha lasciato questo mondo il il 27 gennaio 2010.
mercoledì 27 gennaio 2010
Nel giorno della memoria...una provocazione
Nel giorno della memoria si ricorda l'arrivo dei soldati russi nel campo di stermino di Auschwitz in Polonia.
Sono passati 65 anni da allora e nonostante tutto questo tempo trascorso ci sono ancora autori, scrittori ed artisti che non sono stati riabilitati dalla storia.
Mi riferisco, in particolare, a Louis Ferdinad Cèline.
Autore molto scomodo e, nel giorno della memoria, mi andava di ricordarlo per alcuni spunti di riflessione e perchè è ancora un autore che crea forti divisioni.
Cèline con Bagattelle per un massacro (1937), La scuola dei cadaveri (1938) e i Bei drappi (1941) compone dei pamphlet dal sapore vagamente antisemita.
Alcuni di questi furono editi con pochi esemplari e per un ambiente ristretto.
Questi tre libretti sono volti a spiegare, a suo dire, che un "complotto ebraico" avrebbe costretto la Francia e in generale l'Europa al giogo ebraico e capitalista.
Nei confronti di Céline pesa la posizione scomoda di aver chiesto per la Francia una alleanza con la Germania di Hitler.
Perchè a suo dire, la Francia doveva staccarsi dalle terre meridionali considerate "troppo meticce" e ritrovare una alleanza con il Nord d'Europa.
Cèline fu anche accusato di essere stato un collaborazionista del regime di Vichy.
Tutto ciò gli era costato l'esilio dalla sua terra: inizia così il peregrinare fra la Germania e la Danimarca, dal 1945 sino al 1951.
Si dice che Cèline abbia incarnato il pensiero borghese e antisemita della Francia occupata.
Va aggiunto che egli aveva dovuto sopportare, che una sua donna amata, si fosse sposata con un ebreo americano...
Forse le sue idee così estreme saranno state dettate da ragioni personali?
Molto spesso le critiche che si sono rivolte a Cèline nel trascorrere degli anni, come quelle politiche non ancora approfondite, hanno cancellato il reale valore della sua scrittura.
Violento, sarcastico, gerghale e franto: è così che ci piace ricordarlo e, almeno per un po, non pensare troppo al suo delirante pensiero politico.
martedì 26 gennaio 2010
Siamo per Tinto Brass in Veneto
Ed io sono con lui!
E' proprio vero....Tinto Brass si candida alle regionali del Veneto con la lista Bonino - Pannella.
Il programma è molto semplice: ripristino delle case di tolleranza, legalizzazione della prostituzione e, a sua detta, più sesso per tutti.
Tinto Brass si dichiara avverso ad ogni sorta di moralismo in politica, per quanto riguarda i comportamenti sessuali.
Definisce Berlusconi "il Tiranno, perchè gli tira sempre e dopo è in Vaticano a baciare le pantofole del Papa".
Su Brunetta, altro candidato in Veneto, come sindaco di Venezia, dice: "se Brunetta facesse più sesso, sarebbe meglio per tutti!"
Ma anche ai candidati della sinistra Brass non risparmia frecciate.
Come su Marrazzo, accusato dal regista, non perchè va a trans, cosa legittima a suo dire, ma perchè non ha coraggio di ammetterlo dopo essere stato beccato!
Sostengo la lotta di Brass per il Veneto e lo attendiamo dal ritorno dalla Colombia, dove gli stanno dedicando un intero festival.
sabato 23 gennaio 2010
Dopo il concerto degli Heavy Trash a Padova
Ottima la performance degli Heavy Trash ieri sera all'Unwound di Padova, che mi ha fatto meditare su molti aspetti.
Chissà perchè ma c'è un qualcosa che accomuna i miei rocker's preferiti in questi tempi..
Tutti, prima o poi, hanno sentito la necessità di un ritorno alle origini.
Molti artisti si sono rituffati indietro nel tempo per pescare, non solo l'ispirazione musicale, ma anche il look...giudicate voi
Chissà perchè ma c'è un qualcosa che accomuna i miei rocker's preferiti in questi tempi..
Tutti, prima o poi, hanno sentito la necessità di un ritorno alle origini.
Molti artisti si sono rituffati indietro nel tempo per pescare, non solo l'ispirazione musicale, ma anche il look...giudicate voi
martedì 19 gennaio 2010
Leonard Cohen: Avalanche
Leonard Cohen
Titolo Originale: Avalanche
La Valanga
Mi ha travolto una valanga, e la mia anima fu sepolta.
Quando non ero lo straccio d'uomo che vedi ora, dormivo presso una collina d'ora.
Tu che vuoi dominare il dolore, sarai presto mio schiavo.
Sei capitato dalle mie parti mentre andavi in cerca d'oro,
questo storpio che vesti e nutri non patisce freddo o fame,
non cerca affatto la tua compagnia finanche al centro del centro della Terra.
Quand'ero su un piedistallo, non mi ci hai mica messo tu,
le tue leggi non mi piegherranno mai a servili e grotteschi inchini,
perchè sono io, io stesso il piedistallo dello storpio qui che stai a guardare.
Se vuoi dominare il dolore, dovrai imparare quello che piace a me,
le briciole d'amore che centellini per me son le priciole che lascio cadere io.
Il tuo dolore non conta nulla qui, è appena appena l'ombra del mio.
Ho iniziato a volerti, io che non ho desideri,
io che non ho alcun bisogno di te ho iniziato a cercarti.
Credi di essere lontano da me ma ti sento persino respirare.
Non vestirti di stracci per me, so che non sei un pezzente,
non mi ami più con la stessa dedizione ora che la tua fede è svanita.
E' il tuo turno ora, amore mio, è nella tua carne adesso che vivo.
Testo meraviglioso che hanno poi coverizzato numerosi musici, fra i quali Nick Cave con i Bad Seeds....
sabato 16 gennaio 2010
A Single Man di Tom Ford
La vita può essere considerata una danza; questa può essere una danza con giri vorticososi e ispirata a certi passi di R'n' roll.
Oppure, questa breve esistenza, la si può vivere come una danza che si estende su di un arco temporale orrizontale: bisogna decidersi.
Il prof. di un college non troppo importante, protagonista del film, è ossessionato dal tempo, il ticchettio dell'orologio batte di continuo, ora dopo ora: è qui il tempo è lineare.
La sua solitudine si adagia su di un tempo lento e malinconico di diciotto mesi.
E questo è il tempo nel quale egli è stato privato del suo unico amore: la sua malinconia è profondamente vera.
Il tempo è ossessivamente lineare e scandito con precisione.
Ma la danza che il prof. intraprende con la sua amica Charly (Julianne Moore: Charlotte), un tempo amante di poche occasioni, prima che egli scoprisse la sua omosessualità, è un movimento che parte dal presente e come una spirale ci porta indietro nel tempo.
Bravissima è la protagonista e antagonista femminile di Colin Firth.
Patetica abbastanza per gettarci addosso un senso di disagio.
Lei ci proietta nella sua solitudine, potente quanto quella del prof.
Lei non ha abbastanza forza per affrontare la solitudine e getta la sua vita in sorsate potenti di gin.
Le risate di Charly hanno un suono inquietante.
A colpi di northern soul la loro danza è tremendamente malinconica...i ricordi del loro amore mai realizzato e il loro presente terribile, si concretizza nei movimenti delle mani a delle gambe stanche e non più giovani.
La prima prova registica di Tom Ford è convincente non solo per eleganza e forma, ma anche per sostanza.
La vita è un miscuglio di realtà e sogno, e già gli antichi ritenevano che i sogni aiutano l'anima ad affrontare le difficoltà del presente.
Lei arriva...
martedì 12 gennaio 2010
Omaggio ad Erich Rohmer
Corre l'obbligo di segnalare che Erich Rohmer, grande regista francese e padre della Nouvelle Vague, si è spento ieri.
Anche se è un regista da me poco frequentato vi segnalo questi due film, fra i più famosi, da lui diretti: "Il raggio verde" e "Le notti della luna piena".
Ha conquistato vari premi nei festival internazionali, incluso un Leone d'oro alla carriera a Venezia nel 2001.
lunedì 11 gennaio 2010
Negro o non negro. Questo è il problema...Otello e le arancie di Calabria
Da tre giorni Vittorio Feltri apre il suo Il Giornale con il titolo principale sui fatti di sangue di Rosarno con la parola: negro, come aggettivo che qualifica gli africani in Calabria.
Paola Binetti chiama nei suoi comizi negro Obama.
Berlusconi chiamava Obama come abbronzato
Persino il più classico dei nostri poeti italiani Giosuè Carducci utilizzava l'aggettivo negro, o meglio negra, per indicare il colore della terra.
La poesia è Pianto antico, dedicata alla morte prematura del figlio Dante.
Cito i versi finali:
Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol più ti rallegra
Né ti risveglia amor.
Ora il problema è questo: si può utilizzare la parola negro, oppure questa risulta ancora essere un termine condannato dalla storia?
Ai posteri l'ardua sentenza
L'avventura di un fotografo
Prendo spunto da un racconto breve di Italo Calvino per una riflessione che mi preme fare ed esprimere da tempo.
Con l'avvento della fotografia digitale e del web 2.0, termine che oramai si abbina come epiteto ad ogni termine, la nostra vita ha subito modifiche profonde.
Positive e negative.
La cosa più fastidiosa che tali evoluzioni ha portato è questa: da quando le fotocamere digitali hanno sostituito le normali analogiche, tutti, ma proprio tutti, si sentono fotografi abilissimi e pronti a tutto!!
Alla domenica e ad ogni festa, si scorgono migliaia di persone con macchina a tracolla pronte a fotografare ogni scorcio, ogni fiume alpino, ogni casa e museo.
Tutto è preso d'assalto da questi inquietanti personaggi non - fotografi, che si dilettano in orgie di immagini.
Tutto deve essere documentato con dovizia e serietà d'intenti.
Ogni momento deve essere documentato: la bulimia ha colpito anche la mano e il desiderio compulsivo di immagini, non risparmia nessuno.
I neonati ed i bambini sono fatti oggetto di un interesse maniacale da parte dei padri,
pronti a coglierne ogni minimo movimento.
Per i genitori muniti di I Phone e micro digitale, ogni foto deve cogliere la perfezione del loro figlio in ogni minimo mutamento del loro corpo.
La perfezione dura poco tempo e questo ne comporta che le loro foto si dilatino di continuo.
I luoghi dove maggiormente si concentrano i non fotografi sono, comunque, le chiese: battesimi e matrimoni, rappresentano le ghiotte occasioni dove sfogare le pretese velleità artistiche.
giovedì 7 gennaio 2010
Laurina Paperina: Things; You are not an artist!
Nel magnifico spazio espositivo della chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino di Vicenza, sino al 17 gennaio 2010, espone Laurina Paperina, giovane artista nata a Rovereto.
Disegni, installazioni e un video, descrivono il dissacrante percorso che l'artista sta realizzando.
Come uccidere un'artista?
Questa è la domanda che risuona fra le mura dell'antica chiesa, che si concretizza in un video in forma di cartone animato.
Questo descrive tutti i modi più disparati per uccidere e far morire un'artista famoso ed affermato: da Cattelan, a Piero Manzoni (ricoperto di merda) a Marina Abramovic, il percorso è una catartica liberazione nel potersi sottrarre alla forza degli artisti affermanti, e dalla loro influenza nel mercato dell'arte.
I maggiori artisti degli ultimi decenni pagano per contrappasso la loro fama: chi muore per mano propria, come Manzoni, appunto, che affoga a causa di un'onda di merda, altri che muoiono per mano delle stesse creazioni come Jean-Michel Basquiat, altri muoiono in circostanze misteriose.
Ma un dato gli accomuna: l'ironia, il sorriso e, per quanto riguarda l'artista, la voglia di non prendersi troppo sul serio e mantenere un'atteggiamento fanciullesco.
Bellissimo è l'inglese maccheronico che accompagna il video!
Oltre al filmato, diviso in quattro capitoli, la mostra accoglie disegni, quadri con soggetti diversi, tra i quali i protagonisti celebri dei cartoni animati.
La mostra è a Vicenza, lo spazio è l'AB23, contrà Sant'ambrogio 19, l'ingresso è libero.
Link di riferimento: www.laurinapaperina.com
uffmostre@comune.vicenza.it
martedì 5 gennaio 2010
Il mitico Piero Ciampi: sfida a tutte le convenzioni
Piero Ciampi, cantautore livornese, è una delle mie passioni musicali di questi ultimi anni.
Ad ogni singolo ascolto resto stupefatto dalla efficacia dei suoi testi: violenti, tragici ma estremamente ironici.
Ciampi ha vissuto una vita di stenti e di derisioni: non che le occasioni per emergere gli siano mancate; anzi, il fatto è che lui non è mai riuscito a coglierle!
Vuoi perchè l'industria musicale non riusciva ad inquadrarlo, vuoi perchè l'alcolismo che lo accompagnava gli faceva perdere la bussola, stà di fatto che ora, dopo anni, Ciampi è stato rivalutato ed è visto con una luce nuova.
Tanto da dedicargli un festival (Premio Ciampi a Livorno), libri e diverse cover.
Se qualcuno volesse cimentarsi nella lettura di questo testo, vi assicuro che ne vale la pena: un sorriso tirato ed un pugno nello stomaco....
Per chi volesse saperne di più: http://pierociampi.altervista.org/
TE LO FACCIO VEDERE CHI SONO IO (Ciampi - Marchetti)
Una regina come te in questa casa? ma che succede?
ma siamo tutti pazzi? ma io adesso sai che cosa faccio?
che ore sono? le undici? io fra - guarda - fra cinque ore
sono qua e c'hai una casa con quattordici stanze,
te lo faccio vedere chi sono io. E che sono quei cenci
che hai addosso?! ma che è, ma fammi capire...
ma senti... ma io... ma come! Tu sei... sei la mia...
e stiamo in questa stamberga coi cenci addosso!
Ma io adesso esco, sai che cosa faccio? ma io ti porto...
una pelliccia... di leone... con l'innesto di una tigre.
Te lo faccio vedere chi sono io.
Senti, intanto però c'è un problema: siccome devo uscire,
mi puoi dare mille lire per il tassì in modo che arrivo
più in fretta a risolvere questo problema volgare che
abbiamo? Te lo faccio vedere chi sono io, lascia fare
a me, lascia fare a me, lascia fare a me perché... ti
devi fidare.
Ma che cosa ti avevo detto, una casa? ma io sai che cosa
faccio? ma io ti compro un sottomarino. Perché? se qui
davanti a casa nostra quelli c'hanno la barca e rompono
le scatole, io ti compro un sottomarino! così, sai, li fai
ridere tutti, questi, hai capito? Intanto facciamo una cosa,
che fra cinque ore sono qua: tu metti la pentola sul fuoco,
ci facciamo un bel piatto di spaghetti al burro mentre
aspettiamo il trasloco, poi ci ficchiamo a letto e te lo faccio
vedere chi sono io: ti sganghero! Te lo faccio vedere
chi sono io! Te lo faccio vedere chi sono io,
sono un uomo asociale ma sono un uomo che ti...
Io non ti compro il sottomarino: ti compro un transatlantico.
Basta che tu non scappi, stai attenta che... se scappi
col transatlantico ti affogo nel... nell'Oceano Pacifico.
Dai, dai, coricati, vai che ti sganghero,
te lo faccio vedere chi sono io!
domenica 3 gennaio 2010
Gianni Rodari Grammatica della fantasia.
Gianni Rodari "La Grammatica della fantasia"
"Introduzione all'arte di inventare storie" 1974
Come afferma lo stesso scrittore questo testo è alla ricerca delle "costanti" che alimentano i meccanismi fantastici, con le sue leggi e regole non ancora approfondite, per renderne l'uso accessibile a tutti.
Rodari è convinto che i congegni della immaginazione siano uitli a tutti, adulti in prima linea e poi ai ragazzi, come funzione non esclusivamente di svago ma anche educativa.
Il Romanticismo, continua Rodari, ha circondato la nostra fantasia come un prodotto misterioso ed arcano, una specie di culto.
Invece, a differenza di molti che ritengono tale facoltà un prodotto riservato a pochi, lo scrittore ritiene che il processo creativo è insito nella natura umana.
A noi non resta che esprimersi e giocare con la fantasia, perchè questa è alla portata di tutti.
La Grammatica della fantasia, serve a confermare che nella nostra quotidiantà è necessario riservare alla creatività, un luogo ed un tempo che va coltivato anche in età adulta.
Esemplificando svariate tecniche narrative ed esempi concreti, Rodari ci offre una utile guida ed uno strumento valido, per chi crede che la fantasia, l'immaginazione e la voce poetica, possano diventare un veicolo di liberazione e, al contempo, che questa abbiano il loro posto nell'educazione dei ragazzi. ;
"a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola".
Diamo ai ragazzi la possibilità di far usare al meglio la loro fantasia e, noi adulti,
cerchiamo di tenere vivo il fuoco dell'immaginazione.
Il libro è disponibile in diverse edizioni
Consiglio quella Einaudi, Piccola biblioteca Einaudi, 12, 39 euro.
sabato 2 gennaio 2010
La quiete dopo la tempesta
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