mercoledì 21 dicembre 2011

Lars von Trier: Melancholia

Un capolavoro commovente questo di Lars Von Trier.
Sono rimasto incollato alla sedia per tutto il tempo aspettando la fine preannunciata ed imminente.
Ho assaporato quel senso di disperazione razionale e fredda che inconsciamente attrae tutti.
E poi Wagner, con il suo Tristano che scandisce le scene più significative, dall'inizio alla fine, crea una energia nello spettatore che lascia senza parole.
Anche il Tristano di Wagner inizia con una sposa che viene portata all'altare controvoglia, proprio come nel film di Von Trier Justine scopre la sera stessa del banchetto che odia il marito, ripundiandolo.
Altro protagonista è il buio: Justine cerca rifugio in un tradimento nel mezzo del ricevimento, nel mezzo della notte.
La festa è tutta girata nel trascorrere della notte, i protagonisti osservano il pianeta minaccioso, che squarcia il velo della notte.
Infine, in questa lotta fra il bene ed il male, rappresentata due sorelle molto diverse ma entrambe emotivamente coinvolte, la morte sembra essere l'unico veicolo catartico e liberatorio.
Da notare è la forte traccia che ha lasciato nel regista l'Hitchcock de La donna che visse due volte, del quale Von Trier è debitore.


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