lunedì 11 gennaio 2010

L'avventura di un fotografo


Prendo spunto da un racconto breve di Italo Calvino per una riflessione che mi preme fare ed esprimere da tempo.
Con l'avvento della fotografia digitale e del web 2.0, termine che oramai si abbina come epiteto ad ogni termine, la nostra vita ha subito modifiche profonde.
Positive e negative.
La cosa più fastidiosa che tali evoluzioni ha portato è questa: da quando le fotocamere digitali hanno sostituito le normali analogiche, tutti, ma proprio tutti, si sentono fotografi abilissimi e pronti a tutto!!
Alla domenica e ad ogni festa, si scorgono migliaia di persone con macchina a tracolla pronte a fotografare ogni scorcio, ogni fiume alpino, ogni casa e museo.
Tutto è preso d'assalto da questi inquietanti personaggi non - fotografi, che si dilettano in orgie di immagini.
Tutto deve essere documentato con dovizia e serietà d'intenti.
Ogni momento deve essere documentato: la bulimia ha colpito anche la mano e il desiderio compulsivo di immagini, non risparmia nessuno.
I neonati ed i bambini sono fatti oggetto di un interesse maniacale da parte dei padri,
pronti a coglierne ogni minimo movimento.
Per i genitori muniti di I Phone e micro digitale, ogni foto deve cogliere la perfezione del loro figlio in ogni minimo mutamento del loro corpo.
La perfezione dura poco tempo e questo ne comporta che le loro foto si dilatino di continuo.
I luoghi dove maggiormente si concentrano i non fotografi sono, comunque, le chiese: battesimi e matrimoni, rappresentano le ghiotte occasioni dove sfogare le pretese velleità artistiche.

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