sabato 4 febbraio 2012

The Iron Lady con Meryl Streep





Il film si apre con una Margaret Thatcher ottantenne babbiona e rincoglionita in preda ai deliri della demenza.
Ha continue visioni distorte e parla con il marito Denis, morto da anni, a causa di un tumore.
Ad un primo sguardo mi auguravo che questa terribile riduzione del personaggio terminasse presto e partiressero i racconti veri, di quello che fu uno fra i personaggi più importanti della scena politica del Novecento.
Dopo venti minuti in cui non si capisce nulla, ci proiettiamo in un racconto del passato nel quale si capisce ancora di meno.
Ad un certo punto la narrazione si spiega su tre livelli: la vecchia, la giovanissima attivista alle prime armi e la donna matura nel suo periodo politico più felice.
Tutto si intreccia in manieria confusa tanto da non farci capire più nulla, eccetto una cosa: il film è un romanzone d'appendice, che vuole raccontare solo la solitudine e l'ipotetico fine vita della Thatcher.
Ciò che poteva interessarmi, come le scelte politiche, l'economia, la guerra delle Falkland e le battaglie sociali, sono solamente accennate e restano nel sottofondo del film.
A questo punto il titolo poteva essere qualsiasi altra cosa ma non "The Iron Lady", e la Thatcher poteva essere qualsiasi donna da romanzo dell'ottocento.
Si salva solo la protagonista Meryl Streep che resta sempre superlativa.

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