sabato 29 maggio 2010

Italo Svevo scriveva...

La vita attuale è inquinata alle radici. L'uomo s'è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l'aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio.
...Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo.
Chi ci guarirà dalla mancanza di aria e di spazio?
Solamente al pensarci soffoco!

Ma non è questo, non è questo soltanto.

Qualunque sforzo di darci la salute è vano.
Questa non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo.

La legge del piú forte sparí e perdemmo la selezione salutare.
Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati.

Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno piú, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli.
Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' piú ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.

Italo Svevo, da Psico-analisi in La coscienza di Zeno, 1923

martedì 25 maggio 2010

Quella volta che Gino Bartali salvò l’Italia dalla guerra civile…


PALMIRO TOGLIATTI: TRE PALLOTTOLE LUI ESCE DAL COMA E DICE: "CALMA"
NIENTE INSURREZIONI”

dai lanci di agenzia del 1948:

"Roma 14 luglio - Stamane, verso le ore 11,30, mentre l'onorevole Togliatti usciva dalla porta del palazzo di Montecitorio, in compagnia dell'on. Leonilde Jotti, veniva affrontato da un giovane, che poi si è appreso essere tale ANTONIO PALLANTE, studente universitario venticinquenne, il quale gli sparava contro alcuni colpi di rivoltella - sembra quattro- tre dei quali lo raggiungevano in varie parti della regione toracica". (Comun. Ansa, ore 12.00)
"Roma 14 luglio - Il ministro dell'interno, on SCELBA, ha diramato tassative disposizioni a tutti i prefetti per impedire qualsiasi manifestazione di qualunque genere." (Ib. ore 13.05)
"Roma 14 luglio . INCIDENTI A ROMA, MORTI A NAPOLI, LIVORNO E GENOVA. - Incidenti si sono verificati a Roma nel corso della manifestazione di protesta per l'attentato a Togliatti. Sin dalle prime ore del pomeriggio masse di dimostranti sono andate confluendo verso piazza Colonna. I manifestanti che tentavano di invadere palazzo Chigi, sono stati respinti dalle forze di polizia che, sotto la pressione della folla, hanno esploso alcuni colpi di arma da fuoco in aria; altri gruppi hanno disselciato in alcuni punti il piano stradale...fatto barricate sotto la Galleria. Si sono avuti feriti e contusi tra i dimostranti e agenti di polizia. Alle ore 18 la massa si è concentrata in piazza Colonna.." (Ib. ore 21.00)

….. l'isolamento è quindi totale all'interno del Paese, e qualcuno ha deciso (non si sa chi) di fermare tutti i treni. Ma già a Bologna non si passa piu', l'Italia il giorno 15 è già divisa in due.
Isolata dalle comunicazioni ferroviarie, stradali e telefoniche.
A Milano alle ore 17,30 tutti in Piazza Duomo. Il fiato è sospeso! La tensione altissima. Il da farsi caotico, perche le manifestazioni sono spontanee e sta sfuggendo di mano il controllo agli attivisti.
Il Paese senza comunicazioni è in fermento; sta vivendo il suo dramma. Un salto nel buio. Piazza Duomo a Milano è una polveriera che può esplodere da un momento all'altro. Si trattiene il respiro. Ma alle 17,15 da alcune radio accese nei bar di Piazza Duomo, dalla Francia, arriva la notizia che il

il "vecchietto" GINO BARTALI a dieci anni dall'ultima vittoria nel Tour del '38, pur avendo 22 minuti di distacco dalla Maglia Gialla, sulla tappa delle grandi montagne, passando primo su ogni colle nella grande tappa alpina, sta dominando la corsa, sta sbaragliando gli avversari e sta recuperando sull'Izoard tutti i minuti di ritardo.

Tutta la squadra italiana in Francia al mattino alla partenza, all'annuncio dell'attentato voleva ritirarsi. Ma Bartali aveva ricevuto una telefonata da DE GASPERI e la benedizione del PAPA per vincere.
E Bartali montò in sella e vinse! Alla grande!! - Alle radio accese, venne la prima notizia: sul primo colle era primo, sul secondo ancora primo, sul terzo aveva guadagnato un grande vantaggio, sul quarto era ormai solo, e sul quinto colle aveva recuperato abbondantemente i 22 minuti di abissale ritardo che aveva il giorno prima. L'impresa straordinaria, quasi sovrumana, da leggenda continua il giorno dopo. Vincerà anche la tappa alpina di Briancon Aix les Bains, e all'arrivo indossa la maglia gialla con otto minuti di distacco dal secondo. La foratura di Bartali nella discesa di un colle Izoard tenne il fiato sospeso tutta l'Italia in ascolto.
Dal dramma si passò alla gioia, al tripudio, non si parlò piu' d'altro.
In Piazza Duomo (ma anche in tutte le altre citta' d'Italia) comunisti, democristiani e poliziotti si abbracciarono, tutti in delirio.
Bartali aveva stracciato Bobet.

giovedì 20 maggio 2010

Labor intus di Sanguineti



Era il 1951 e Sanguineti compie un'opera che disgrega ogni linguaggio sino ad allora codifcato dal linguaggio poetico: incroci di parole, latino e volgare, giochi fono sintattici, in versi stesi come un grande gioco.
Labor intus è la parola che "lavora dentro", scava nel labirinto della nostra coscienza.
Spesso, le parole di Sanguineti erano accompagnate da musiche, come quelle di Luciano Berio, ma anche da disegni appositamente creati per lui.
Come, ad esempio, quelle di Enrico Baj

....composte terre in strutturali complessioni sono Palus Putredinis

riposa tenue Ellie e tu mio corpo tu infatti tenue Ellie eri il mio corpo

immaginoso quasi conclusione di una estatica dialettica spirituale

noi che riceviamo la qualità dai tempi

tu e tu mio spazioso corpo

di flogisto che ti alzi e ti materializzi nell'idea del nuoto

sistematica costruzione in ferro filamentoso lamentoso

lacuna lievitata in compagnia di una tenace tematica

composta terra delle distensioni dialogiche insistenze intemperanti

le condizioni esteme è evidente esistono realmente queste condizioni

esistevano prima di noi ed esisteranno dopo di noi qui è il dibattimento

liberazioni frequenza e forza e agitazione potenziata e altro

aliquot lineae desiderantur

dove dormi cuore ritagliato

e incollato e illustrato con documentazioni viscerali dove soprattutto

vedete igienicamente nell'acqua antifermentativa ma fissati adesso

quelli i nani extratemporali i nani insomma o Ellie

nell'aria inquinata

in un costante cratere anatomico ellittico

perché ulteriormente diremo che non possono crescere

tu sempre la mia natura e rasserenata tu canzone metodologica

periferica introspezione dell'introversione forza centrifuga delimitata

Ellie tenue corpo di peccaminose escrescenze

che possiamo roteare

e rivolgere e odorare e adorare nel tempo

desiderantur (essi)

analizzatori e analizzatrici desiderantur (essi) personaggi anche

ed erotici e sofisticati

desiderantur desiderantur

martedì 18 maggio 2010

Edoardo Sanguineti


E' morto Edoardo Sanguineti; è incredibile!!
Ho avuto la fortuna di vederlo e sentirlo parlare delle sue opere appena dieci giorni fa, a Vicenza, durante una rassegna di poesia.
Quando muore un grande poeta come lui, è solo il silenzio che può consolarmi.
Ciao Edoardo ti ringrazio di avermi emozionato con le tue parole in più occasioni....

sabato 15 maggio 2010

Gino de Dominicis al MAXXI








Curata da Achille Bonito Oliva è la nuova esposizione che sarà inaugurata al Maxxi di di Roma.
Il Museo aprirà i battenti con una mostra dedicata all'enigmatico Gino De Domenicis Gino De Dominicis (Ancona, 1947 – Roma, 29 novembre 1998), artista, filosofo, scultore e provocatore.
Celebre è la sua opera in una Biennale di 40 anni fa circa, nella quale ha esposto, come opera principale, nientemeno che un down in carne ed ossa al pubblico ludibrio.
Le sue tematiche principali sono: la morte (verso la quale l'artista sorride creando immagini corrosive), il concetto di Tempo, sviscerato in ogni sua piega, e il dolore delle carni e del corpo.

Per saperne di più:
http://www.maxxi.beniculturali.it/

martedì 11 maggio 2010

Caduta libera Nicolai Lilin



Nel settembre dell'anno 1999 la Federazione Russa annuncia ufficialmente l'inizio della seconda operazione antiterroristica nel territorio della Repubblica Federativa della Cecenia e nella zone confinanti con il Caucaso del Nord. Lilin racconta quello che hanno vissuto i giovani dell'esercito russo in quel periodo, durante il loro servizio militare obbligatorio; e quello che hanno vissuto i civili, mentre nella loro terra operavano due eserciti nemici. L'autore di "Educazione siberiana" narra in presa diretta la vera faccia della guerra, quella che non si vede nei film, nei documentari, e che si vede solo a tratti nei reportage giornalistici o nei racconti degli osservatori di pace e dei difensori dei diritti umani. Racconta tutto in modo tale da permettere a ogni lettore di vivere i momenti della guerra, di attraversarla a fianco dei soldati, di sentirne l'oscenità sulla propria pelle. Mostrandone soprattuto le contraddizioni. Un libro che vuole essere apolitico, neutrale; che racconta la guerra, la vita e la morte, le ingiustizie, gli orrori e gli atti di onestà così come apparivano nella vita di ogni giorno in Cecenia; che descrive le sensazioni, la perdita dell'equilibrio, i cambiamenti dell'essere umano che avvengono nel caos, oltre i limiti dell'etica e della morale. Non un saggio storico, ma un romanzo costruito su particolari veri, con vite vere. Nicolai Lilin è nato nel 1980 a Bender, in Transnistria. Nel 2003 si è trasferito in provincia di Cuneo e nel 2009 ha scritto il romanzo "Educazione siberiana".


Titolo
Caduta libera
Autore
Lilin Nicolai
Prezzo € 21,00
Prezzo IBS € 17,85
Dati 326 p., rilegato
Anno 2010
Editore Einaudi
Collana Supercoralli
Genere LETTERATURA ITALIANA: TESTI

giovedì 6 maggio 2010

Intervista a Stefano Zattera su Alphabetcity.it


Frammenti da Tokyo: intervista a Stefano Zattera

di Andrea Grieco


L'arte non si lascia annichilire: Zattera ci racconta la sua esperienza in Giappone e parla della sua mostra
"Tokyo, Frammenti. Impressioni Pop di una città Surreale"
by Stefano Zattera

È davvero eccezionale constatare come, nonostante il generale annichilimento intellettuale e il micidiale torpore che avvinghiano luoghi e figure che in Italia dovrebbero promuovere le realtà artistiche innovative e corroboranti, vi sia ancora qualche squarcio di ostinata e, proprio per ciò, tanto più necessaria riflessione espressiva. La mostra Tokyo, Frammenti. Impressioni Pop di una città Surreale di Stefano Zattera, che a partire dal 28 aprile fino al 29 maggio sarà ospitata nei locali dello Spazio Nadir, eccentrico ed eclettico negozio di barbiere di Vicenza, è la riprova di come la schiera degli esponenti della più genuina e inventiva scena nostrana sia ancora viva e capace di mettersi in gioco. L'ironia e il senso critico che permeano l'iridescenza dei lavori di Zattera, che continua nel suo smantellare e riassemblare il coacervo di immagini che vanno ad accumularsi nel caotico magazzino iconografico post-moderno, si confrontano questa volta con aspetti della vita quotidiana nipponica. Tele e acquerelli che tentano di carpire e ritrarre lo Zetgeist di un Giappone che, nonostante le pretese di un sistema globalizzato, rimane al contempo così lontano e così vicino; una cultura con la quale, però, confrontarsi continua dai tempi di Matisse e Degas a sottintendere il desiderio e la capacità di esplorare le potenzialità dell'osservazione, lasciandosi guidare da un'implacabile fascinazione.

Doveroso chiederti come sei arrivato a scegliere questo soggetto per la tua ultima serie di lavori...
Sono stato a Tokyo quest'estate. L'impatto visivo con questa metropoli ha superato le aspettative. Tecnologia, tradizione e cultura pop si fondono in una texture che riveste la città di un abito sgargiante. Una trama di corto circuiti culturali, di combinazioni che risultano surreali allo sguardo occidentale, educato alla settorialità dei generi. Ciò che ho spesso cercato di fare con i miei lavori è distorcere la quotidianità, destabilizzare l'attendibilità del reale. Nella capitale nipponica ho trovato situazioni, che avrei potuto rappresentare io, già belle e pronte, praticamente dei ready made. Non potevo lasciarmeli scappare.

Da molte tele questa sgargiante città è riprodotta come se vista da una vetrina o da una superficie riflettente; è così impossibile per noi occidentali ritrarla senza filtri o intermediazioni?
Volevo che queste visioni palesassero un'esecuzione occidentale. Ho cercato di adottare uno stile realista ma veloce. Una pittura idealmente eseguita dal vivo. Un realismo impressionista, la tecnica del plein air, della presa diretta, del reportage pittorico. Volevo rendere l'impressione occidentale di fronte a una cultura così diversa.

Sei sempre stato in grado di cortocircuitare prodotti appartenenti alla cultura di massa, ma fino a che punto è oggi possibile affermare, ad esempio, che supereroi come Ultraman, Spectraman et similia siano il frutto di una specifica realtà? Che significato acquista per te il concetto di “immaginario collettivo”?
Passeggiando per Tokyo ci si imbatte in molteplici situazioni in cui l'immaginario di manga e anime non decora semplicemente la realtà, ma entra a farne parte, uno sconfinamento dimensionale della cultura pop nella quotidianità. Facce di eroi su video grandi come pareti di grattacieli. Ragazzine vestite come personaggi degli anime fanno da strilloni nei negozi, furgoni con la carrozzeria sagomata a forma di pupazzo, feste tradizionali con gente vestita in kimono, da Biancaneve, da orsacchiotto, teloni di camion con gigantografie di scene di manga. Al mercato del pesce carretti a motore usciti da un film di fantascienza con alla guida personaggi teletrasportati dal medioevo, nel parco pubblico robot grandi come case a tre piani: a Tokyo la barriera che in Occidente separa il reale dal fantastico è quasi inesistente. Più che di immaginario collettivo, parlerei di immaginario quotidiano.

La tua nuova ispirazione ha dato vita a un quadro impressionante che ritrae il guerriero spaziale Gundam...
Lo scorso anno era il trentennale della casa di produzione del cartone animato e in un parco cittadino venne esposta per un mese la riproduzione in scala 1:1 dell'eroe metallico. Il giorno in cui siamo andati a visitarlo ricorreva una festività locale e la zona era sovraffollata di gente accorsa per assistere ai fuochi d'artificio. Mi trovavo tra la folla sotto al robot, impressionante per perfezione e cura dei dettagli; sono iniziati i giochi pirotecnici nel cielo e la testa del gigante d'acciaio ha cominciato a roteare, a emettere fumo dagli occhi e a lampeggiare. La sensazione apocalittica di battaglia finale contro le forze del male era molto, molto realistica. Non credo che in nessun'altra parte al mondo avrei potuto trovarmi in una scena del genere. Era doveroso immortalarla.

Una caratteristica di questi dipinti che colpisce già al primo sguardo è un'attenzione al dettaglio che lascia trasparire un piglio quasi fotografico; che il Giappone sia già sufficientemente straniante anche senza l'ausilio della fantasia?
Hai colto nel segno. Tutte le rappresentazioni di questa serie sono rigorosamente fedeli agli scatti fatti durante il viaggio. L'apporto creativo è avvenuto in fase di selezione dei ritagli di città dove l'irreale sembra prendere il sopravvento sul reale, scorci dove entità fantastiche sembrano aver trovato il varco dimensionale per invadere la quotidianità.

Nonostante tutto si percepisce che sotto i colori lussureggianti si annida qualcosa di inquietante. Da dove nasce questa sensazione?
Probabilmente si tratta di un virus che si annida tra le setole dei miei pennelli e che, anche quando "copio", la realtà riesce, mio malgrado, a contaminare la rappresentazione.
Tokyo by Stefano Zattera
Vista la tua predilezione per le teorie complottiste e le invasioni aliene, non è che le tue antenne ti segnalano una minaccia in questo atavico fascino che il Giappone esercita a livello planetario?
Nessun problema. Gli alieni sono già riusciti con il loro disegno millenario a creare le condizioni per cui l'uomo si autodistrugge lasciando loro il pianeta sfitto e ammobiliato. L'invasione della cultura giapponese (o meglio del modo giapponese di intendere la cultura) è una minaccia positiva che, se si concretizzasse veramente, non farebbe che svecchiare lo stantio mondo intellettuale occidentale, ancora così classista nei confronti delle forme espressive.

Di sicuro tu stesso hai nutrito la passione per qualche manga e serie animata famosa...
Come tutti quelli della mia generazione sono stato svezzato a pane e Goldrake. E poi dosi omeopatiche di Mazinga, qualche Daitarn, Gundam, Jeeg e Megalomen. Ma poi non ho più seguito molto gli anime né i manga stampati (quelli delle serie famose), che trovo troppo omologati stilisticamente. Certo, ho avuto modo di apprezzare autori giapponesi molto bravi e fuori dallo standard come Hideshi Hino, Masahi Tanaka o Jiro Taniguchi, ma non si può parlare di passione per i fumetti nipponici. Sono stato invece molto affascinato dalla disinvoltura dei giapponesi nel convivere con i personaggi di fantasia fuori dal video e dalla carta stampata.

mercoledì 5 maggio 2010

Ode a Scajola.....nel 5 maggio




























Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,

muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile


orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.

A PLACE TO BURY STRANGERS (USA)

All'Unwound di Padova:
Giovedì 6 Maggio 2010
EVENTO APERTO ALLA CITTADINANZA, NON E' NECESSARIA LA TESSERA ARCI


A PLACE TO BURY STRANGERS (USA)
rock/shogaze

Certo non si possono fare rivoluzioni lì dove già sono state fatte: band che hanno stravolto la storia del rock come Jesus & Mary Chain, My Bloody Valentine e Slowdive hanno lasciato un’eredità pesantissima che nessuno ha saputo raccogliere, tranne certi inarrivabili Primal Scream.
Non si possono fare rivoluzioni, ma di bei dischi, quelli sì, è ancora possibile farne e la testa, in un modo o nell'altro, esploderà .

myspace.com/aplacetoburystranger

aplacetoburystrangers.com

Apertura porte: 22:00 a seguire dj set by Unwound

lunedì 3 maggio 2010

Patrizia Valduga a Vicenza venerdi 7 maggio


Patrizia Valduga è nata nel 1953a Castelfranco Veneto.
Vive a Milano.
Ha pubblicato Medicamenta (Guanda 1982), Medicamenta e altri medicamenta (Einaudi 1989), Donna di dolori (Mondadori 1991), Requiem (Marsílio 1994), Corsia degli incurabili (Garzanti 1996).
Ha tradotto John Donne, Molière, Crébillon fils, Mallarmé, Valéry e Kantor.
Fondatrice della rivista Poesia...
L'appuntamento è per venerdì 7 maggio, ore 18
Palazzo Leoni Montanari (contrà S. Corona 25 – Vicenza)

da Medicamenta:

Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...

comprimimi discioglimi tormentami...

infiammami programmami rinnovami.

Accelera... rallenta... disorientami.



Cuocimi bollimi addentami... covami.

Poi fondimi e confondimi... spaventami...

nuocimi, perdimi e trovami, giovami.

Scovami... ardimi bruciami arroventami.



Stringimi e allentami, calami e aumentami.

Domani, sgominami poi sgomentami...

dissociami divorami... comprovami.



Legami annegami e infine annientami.

Addormentami e ancora entra... riprovami.

Incoronami. Eternami. Inargentami.















Ulteriore finzione:

eternità, assenza

di fine, morte che muore, efficienza...

sabato 1 maggio 2010

Mariastella Gelmini.....


La Gelmini, il ministro della pubblica istruzione, è un po come il buon Brunetta al maschile: "faccio tutto io, ci penso io, gli altri sono una massa di idioti!!"

Sentite l'ultima della ministressa bismarkiana...

Stare a casa dopo il parto?
"Lo giudico un privilegio".
"Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei - ammette la titolare del dicastero di viale Trastevere - è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici".

La gravidanza "una cosa unica. E' proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch'io, come la D'Amico (la giornalista tv diventata mamma poco fa), ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia.
Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte".


Caro Ministro, il periodo di pausa post gravidanza non è un privilegio,
bensì un diritto!
Vada a leggere la legislazione di altri paesi ben più avanzati di noi in fatto di stato sociale, per quanto riguarda la gravidanza: Francia, ad esempio, ma anche la asburgica Austria, concedono molti più mesi per le neo mamme.